L' ITALIA CHE CAMBIA

L'aperitivo cambia identità e diventa "apericena"

dal "bianchin sprusà" ne ha fatta di strada

di Luciana Rassati





Il rito dell'aperitivo è stato da sempre una piacevole abitudine in voga fin dai tempi dei nostri nonni, tramandata ai padri e rimasta nel tempo fino a diventare un' istituzione. Con il passar degli anni ha cambiato identità adeguandosi al periodo, da "Bianchin sprusà" (bianchino spruzzato) a "Spritz" e via dicendo. 
Oggi non ci si limita più a bere un aperitivo per stimolare l'appetito prima di cena ma si integra con la cena stessa. Anche le abitudini alimentari cambiano ed ecco che il tradizionale aperitivo diventa oggi Happy hour o più semplicemente all'italiana, Apericena.  Quasi tre giovani su quattro, under trentacinque, pari al settantuno per cento, prendono parte al rito dell’aperitivo con cena, specialmente nel fine settimana quando ben 7,9 milioni di giovani trascorrono insieme ai propri amici e colleghi una piacevole serata. I dati provengono dal rapporto Coldiretti-Censis sul tema “Gli effetti della crisi: spendo meno, mangio meglio”.



Il nord Italia ha fatto da apripista in tal senso per poi allargarsi a macchia d’olio in tutta la penisola, coinvolgendo non solo i giovani, ma contagiando diverse categorie sociali riguardando 25,7 milioni di italiani  (51,8 per cento) di cui 3,6 milioni regolarmente (7,4 per cento) e 22 milioni di tanto in tanto (44,4 per cento).  Anche grazie alla molteplicità di offerte messe a disposizione dai locali, l’aperitivo in chiave moderna è diventata l’occasione per accompagnare il necessario contenimento delle spese dettato dalla crisi economica, con un' attenzione alla qualità dell’alimentazione. Un modo per assaggiare e imparare a conoscere i diversi tipi di vino di cui è particolarmente ricco il nostro Bel Paese ma anche per gustare focacce, formaggi, tartine e salumi, olive e pizzicherie, o semplicemente pizzette speciali e pasta calda o fredda, il tutto a costi estremamente contenuti.




Non mancano casi in cui vengono organizzate serate a tema con prodotti del territorio a chilometro zero o
test  di degustazione su vini territorialiDichiarano di partecipare a degustazione di cibi, vini e prodotti tipici circa 23,5 milioni gli italiani (di cui 1,4 milioni regolarmente e 22 milioni di tanto in tanto).


Degustare prodotti e vini tipici di qualità è pratica collettiva più urbana di ceti attivi e più giovani. Proprio la diffusione di tale pratica in questi gruppi sociali, costituisce testimonianza di una contemporaneità del rapporto con il valore dei territori che si condensa in prodotti che incorporano la tipicità locale. È infatti il 48,9 per cento degli under trentacinque a parteciparvi, ovvero 5,4 milioni di cui è il 4,8 per cento a farlo regolarmente e il 44,1 per cento di tanto in tanto. Le degustazioni sono inoltre, una pratica diffusa anche tra i single, sono infatti 1,9 milioni a parteciparvi (25,8 per cento) di tanto in tanto, (25,4 per cento) a fronte di una quota dello 0,4 per cento che dichiara di farlo regolarmente.




Il buon cibo accompagnato da un aperitivo o da un buon bicchiere di vino, è un modo per socializzare e risparmiare; in epoca di crisi non è poco.



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